Forme di incentivazione

Nella quarta parte di questa guida allo scambio sul posto fotovoltaico abbiamo visto che producendo energia col proprio impianto fotovoltaico e immettendo in rete quella non immediatamente auto consumata, si ha a disposizione la possibilità di essere rimborsati per l’energia prelevata dalla rete, e pagata in bolletta, per un quantitativo pari al valore dell’energia immessa. In altre parole: se io immetto energia per un valore di 100 euro, ho poi la possibilità di avere un rimborso sulle bollette pagate per il prelievo di 100 euro di energia. Attenzione però al fatto che in bolletta vengono pagate anche altre voci di costo non rimborsabili dal “contributo in conto scambio” dello scambio sul posto. Il rimborso della bolletta non sarà quindi del 100%, ma di circa il 70% (per esempio non sono rimborsabili le imposte pagate nelle bollette elettriche, nè alcune altre voci di costo minori, ad es. la componente MCT degli oneri generali di sistema).

Abbiamo visto quindi che il contributo emesso da Gse serve per compensare le immissioni con i prelievi di energia fino ad un loro “pareggio”. Poi: se nell’anno di riferimento (con i dati di conguaglio) le immissioni di energia risultano superiori ai prelievi , allora si hanno delle eccedenze, ovvero un surplus di energia immessa in più rispetto al proprio fabbisogno.

Il Gse riserva per queste eccedenze di immissioni due possibili trattamenti: o la liquidazione monetaria delle eccedenze, o la messa a credito del loro valore per il contributo (rimborso) dell’anno successivo. Ogni anno l’utente dello scambio ha la possibilità di scegliere per la liquidazione monetaria o per la messa a credito.

Il valore riconosciuto a tutta l’energia immessa in rete (come per tutta l’energia prelevata) è un valore economico definito in relazione al prezzo zonale orario per i clienti in regime di maggior tutela (prezzi definiti dall’Aeeg, Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas), o ai prezzi di mercato per i clienti sul libero mercato. I criteri di valorizzazione dell’energia (immessa o prelevata che sia) sono due: uno è quello temporale, l’altro è quello territoriale. L’aeeg definisce infatti tre fasce orarie di immissione/prelievo, riscontrabili anche nelle normali bollette elettriche.

In ciascuna di queste fasce l’energia avrà un valore e un prezzo differente
Fasce orarie sono:

  • F1 : dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 18.00
  • F2: dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 8 e dalle 19 alle 23 oppure il sabato dalle 7 alle 23
  • F3: tutte le notti dalle 23 alle 7 oppure le domeniche e festivi tutto il giorno

La fascia F1 è quella in cui l’energia ha un valore maggiore: si pagherà quindi di più se si preleva, ma si guadagnerà di più se si immette energia in rete in questa fascia oraria. La fascia oraria F3 è quella in cui, invece, l’energia ha un prezzo minore: si pagherà quindi di meno se si preleva, ma si guadagnerà di meno si si immette energia in quest’altra fascia oraria.L’altro criterio è invece quello “territoriale”: l’Aeeg definisce specifiche zone tariffarie di mercato in Italia in cui l’energia ha un valore differenziato.

Le zone tariffarie individuate dall’Autorità sono 7:

  • Polo di Brindisi
  • Zona Centro Nord
  • Zona Centro Sud
  • Zona Nord
  • Zona Sardegna
  • Zona Sicilia
  • Zona Sud

In relazione a questi ed altri criteri, quindi, il Gse calcola il valore del contributo in conto scambio (cioè il “rimborso” delle bollette) ed il valore dell’ eccedenza di energia immessa.

Indicativamente, il prezzo unitario medio dell’energia elettrica prelevata, compreso di tasse, servizi, oneri, ecc.. è su valori intorno ai 20 centesimi/kwh, al netto di tutto questo è intorno agli 8 -10 centesimi di euro. Nel prossimo articolo vediamo meglio con un esempio pratico quanto e come si ha del risparmio sull’energia elettrica autoprodotta ed autoconsumata con un piccolo impianto solare fotovoltaico sul tetto della propria abitazione.